22 anni di Shomano

Un numero misterioso il ventidue. Numero di ordine sacrificale e iniziatico, simbolo ricorrente nella storia della creazione, manifestazione dell’essere nella sua diversità e nella sua storia: nello spazio e nel tempo. L’Apocalisse, l’ultimo libro biblico, il libro della Rivelazione, è composto da 22 capitoli. Secondo la Cabala, Dio creò il mondo mediante le 22 lettere dell’alfabeto ebraico. Nei Tarocchi, gli Arcani Maggiori, le carte più ricche di significato esoterico, sono 22. E ci sarebbe molto altro da dire. Forse dovremmo preoccuparci al cospetto di queste energie cosmiche, ma non lo facciamo. Siamo gente di montagna, tenace nell’avventurarci su sentieri impervi, pronta a superare qualsiasi ostacolo, con lo sguardo ostinatamente e fiduciosamente rivolto verso la meta.
Con questa edizione, per noi si apre un nuovo capitolo: il Festival Shomano ingloba e fa suo un altro evento rilevante, il Premio nazionale Sergio Staino-Pitoon, che vuole essere un atto di gratitudine, un peana, per l’Amico – nel significato più sublime del termine – Sergio Staino.
Un Festival nel Festival. Il calendario di questa edizione propone eventi di varia natura, artisti di nome, ma anche artisti meno noti al grande pubblico, con un occhio di riguardo per i giovani che in Valle si muovono nel settore dell’arte. Nel corso delle serate incontreremo orchestre di lungo corso, l’orchestra sinfonica di Sanremo, a commemorare Domenico Modugno, e una giovane orchestra bresciana a ricordare Sergio Bardotti. La qualità è come sempre garantita non solo dai nostri 36 anni di onorato servizio ma anche dai partner consolidati negli anni e da nuovi partner: il Premio Procida Elsa Morante e Mediterranea Rete, entrambi con una storia importante, il primo in ambito culturale, la seconda in campo sociale. Un altro fiore all’occhiello è la giuria di eccellenza del concorso capitanata da Ellekappa.
Ci fa particolarmente piacere, e onore, l’interesse con cui la neonata Fondazione della Valle dei Segni ha accolto il Premio Staino-Pitoon diventandone, per questo 2024, coproduttrice. Il cartellone è fittissimo: convegni, mostre, incontri, concerti, spettacoli teatrali. Ce n’è per tutti. Ce n’è di più.
Sergio Staino – vogliamo sottolinearlo ancora – era un uomo di rara finezza, di un garbo inusuale, sempre disposto alla conciliazione ma mai servile, scevro dai giochi di palazzo. Un uomo libero dalle convenzioni e dai sistemi. Attento a tutti, aperto a chiunque gli chiedesse ascolto. Era la coniugazione vivente dell’arte dell’incontro. Difficile dire in poche parole che cosa è stato per noi. È stato un caleidoscopio di immagini, di linguaggi artistici, di lemmi, di tratti, di segni e disegni, di emozioni, risate, cibo condiviso. Un amico, un mecenate, un parente stretto. È stato accoglienza, disponibilità, generosità, ascolto e affabulazione. Non è un caso che la sua famiglia sia qui accanto a noi nel segno di Bobo. È stato casa. E continuerà ad essere tutto questo.

nini giacomelli